Poesie in libertà. La poesia è lo specchio dell'anima

domenica 27 dicembre 2009

Lucy e Sally

Lucy socchiuse gli occhi sentendo la bella cantilena di Sally che tentava di far comprendere i motivi del suo disagio.
“Quando ho incrociato i tuoi occhi in quel lontano e piovoso giorno di aprile, dentro di me è scattato qualcosa che non sono riuscita a comprendere pienamente. Una percezione mista tra pericolo, gelosia ed attrazione” e fece una pausa come per riaggregare i pensieri, le idee, le sensazioni, ma probabilmente si aspettava una domanda che invece non arrivava.
Nella stanza era calato il silenzio nell’attesa di sentire le parole di Sally, che stentavano ad uscire dalla bocca.
“Questa percezione mi ha fatto compagnia in questi mesi, come un ospite indesiderato ma sempre presente. Mi sono interrogata a lungo su questo malessere senza trovare delle spiegazioni logiche o quanto meno plausibili. Mi sono chiesta quali pericoli avrei potuto correre con la vicinanza di una donna che non conoscevo, della quale ignoravo l’esistenza fino a quella mattina. Non lo so, ma una prima sensazione di angoscia mi ha preso, quando Jean ha aperto la porta, e ti ho vista”.
Lucy continuava a tenere socchiusi gli occhi come se stesse dormendo, ma ascoltava vigile ed analizzava quanto udiva.
Quale sensazione di terrore ho potuto incutere in una donna che casualmente ho incontrato per la prima volta. Forse è stato lo sguardo malevole che ho lanciato vedendo il disastro che stavano combinando? Forse è stato il lampo incendiario dei miei occhi, che li fulminavano all’istante? No! Non può essere tutto questo! Non riesco ad intercettare il messaggio che ha messo nella bottiglia. Dunque sta usando i termini sbagliati per risolvere il suo problema.
Avrebbe voluto interrompere il monologo per porre domande, per ottenere risposte, ma si rendeva conto che le avrebbe agevolato il compito. Quindi rimase in silenzio ad ascoltare.
Sally era delusa dal comportamento di entrambi. Lei parlava e loro muti ad ascoltare senza fare nessuna domanda.
Dunque sto parlando da sola, come se fossi sul palcoscenico a recitare il monologo della mia vita. Questi erano i muti pensieri di Sally, che con lo sguardo sollecitava delle domande che non arrivavano. E si rassegnò a riprendere il discorso interrotto.
“Entrando la gelosia ha preso il sopravvento sull’angoscia, quando ho capito che non eri la domestica ad ore, ma una ragazza alla pari che abitava lì dove pensavo che Jean vivesse da single”. E ancora una volta si fermò in attesa di udire la voce dei due ascoltatori, che continuavano a restare muti ed assorti.
Dunque i miei pensieri li lasciano indifferenti, come se si aspettassero un racconto diverso, più pepato, più polemico. Forse lei è in attesa di balzarmi al collo per avviare un bel litigio a base di risse verbali e fisiche, mentre lui si ergerà a pacificatore degli animi. Perché tanto silenzio stridente non viene interrotto dalle loro voci?
Poi riprese con calma l’esternazione delle sue sensazioni.
“Si, ero gelosa di una donna che non conoscevo, della quale ignoravo tutto eccetto il nome perché era stato pronunciato durante la presentazione. E subito sono ripiombata nell’angoscia di avere sbagliato ancora una volta tutto. Mi domandavo in preda al terrore perché mi ero lasciata travolgere dalla voglia di stare con Jean senza trovare una risposta giusta. Ero nell’ingresso infreddolita e bagnata incerta se fermarmi o dire – Grazie Jean, ma io prendo un taxi per tornare a casa – quando i miei sentimenti sono mutati ancora una volta. Mi sentivo preso tra due fuochi senza una motivazione precisa..” e nuovamente Sally fece una pausa più lunga delle precedenti.
Jean era stupito di quanto stava ascoltando. Ne avevano parlato a lungo a Versailles, ma non aveva percepito l’intenso senso di disagio che si stava trascinando da diversi mesi.
Eppure quando abbiamo fatto all’amore ho sentito trasporto e passione. Mai un momento di incertezza o di dubbio, sempre calore e desiderio. Dunque ha sempre simulato. Mi ha ingannato con molta abilità. Ed io sono stato ingenuo a crederle senza sospettare nulla, senza percepire che lei era incerta tra il mio amore e quello verso Lucy.
E adesso lui come se si fosse svegliato da un lungo sonno le chiese: “Tutte queste sensazioni ti hanno accompagnata fin’ora? Io credevo alla sincerità dei tuoi gesti, ma forse mi sono sbagliato”.
“No,” rispose Sally che finalmente poteva interrompere la monotonia del suo racconto “no! Non ho mai dubitato della sincerità dei miei sentimenti verso di te, né dei tuoi verso di me. Ho percepito solo un senso di fastidio, come se tra noi ci fosse un fantasma che in qualche modo ci teneva separati. Il desiderio della tua vicinanza è sempre stato molto più forte delle sensazioni incerte che covavo dentro di me. Ma ora vorrei fugare ogni dubbio, esternando con franchezza quelle percezioni che confusamente mi hanno assalito quel giorno”.
Adesso anche Lucy si svegliava dal lungo sonno che sembrava averla colta fin dall’inizio del monologo di Sally e preparava la sua domanda,
Aprì lentamente gli occhi, guardò con insistenza prima l’uno poi l’altra, si stirò con morbidezza sistemandosi sulla poltrona.
“Da quello che ho capito” disse con cautela Lucy “Sembra che io ti abbia suscitato prima terrore poi gelosia. Perché avresti dovuto essere gelosa di me? Non mi conoscevi. Poi non sembra che Jean avesse intenzione di avviare un menage à trois senza nessun preavviso”.
Jean rise e strinse fra le sue braccia Sally, che arrossì visibilmente.
Poi come rinfrancata riprese la parola.