Poesie in libertà. La poesia è lo specchio dell'anima

domenica 25 marzo 2007

Capitolo 1 – La nuova casa


Tutto cominciò per caso. Era una fredda sera di Dicembre tra Natale e Capodanno, Paolo stanco per la lunga giornata si sedette al suo tavolo e ripensò agli ultimi tempi.

Ormai erano diversi mesi che la sera lo coglieva stanco e non sempre, anzi quasi mai, poteva sedersi al suo tavolo a pensare e rilassarsi con le sue occupazioni preferite.

Abitava ora in una bella casa, silenziosa e nuova, dopo essere tornato nella sua città. Stava pian piano riscoprendole sue radici, riallacciando i ricordi sfilacciati dal tempo.

Pensava e ricordava questi ultimi mesi, così intensi e snervanti. Dapprima la preparazione del trasloco delle sue cose e dei suoi ricordi. La vecchia casa era piena di scatoloni vuoti da riempire. Con metodicità si toglievano gli oggetti dai mobili, si incartvano e si riponevano negli scatoloni, avendo cura di numerarli ed indicare sull’esterno la loro provenienza: libri dalla libreria nera, piatti dal mobile nero, vestiti dall’armadio bianco.

Sembrava un rituale e alla sera Paolo si toglieva la polvere dai vestiti e dalla bocca, secca e arida, stanco ed assonnato. Così andò avanti per diverse settimane e gli scatoloni sembravano sempre insufficienti a contenere tutto e crescevano di numero. “Dove li metterò nella nuova casa?”, pensava preso dallo sconforto, “Non c’è posto per tutto, dovrò eliminare molte cose e con esse anche i ricordi associati!”

Con molta tristezza Paolo caricava nella macchina tutto quello che non intendeva portare con sé e lo depoitava nella discarica pubblica.

Quanti viaggi! Quanta fatica! Quanto dolore nel disfarsi dei ricordi! Quale gioia nel ritrovare il vecchio quaderno di poesie, scritte tanti anni prima, quando era ancora un ragazzo! E le vecchie tempere ancora belle e brillanti, che sembravano uscite dalle pennellate di ieri, anto erano attuali e colorate!

Poi arrivò il gran giorno. La mattina di buon ora gli uomini del trasloco erano venuti a smontare i mobili, a imballare le ultime cose , a raccogliere la moltitudine di scatoloni, che erano lì silenziosi e malinconici in attesa di essere trasportati nella nuova casa.

Il trasloco fu veloce e si consumò entro mezzogorno. Paolo chiuse il portone di casa, prese la macchina e si diresse verso la nuova casa, dove avrebbe atteso il camion con i suoi ricordi. Arrivò velocemente senza aver consumato il pasto: non aveva fame.

Parte 1.

venerdì 23 marzo 2007

A Stefania

Coi capelli al vento,
con un dolce sorriso sulle labbra
corri spigliata e gaia
per i verdi campi,
mentre ti lasci accarezzare
lievemente la tua pelle
dal vento
e sei felice.


Annotazioni

Questa fa parte di un gruppo di quattro poesie dedicate a Stefania Cané, di cui non ricordo nulla: né il viso, né l’ambiente in cui l’ho conosciuta.
L’ispirazione è mista, ma predomina il verde e la campagna: immagini rilassanti e ottimistiche.
Probabile data di composizione è l’anno 1962/63.